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La Gestione dei Turni per Matrici

 

Le matrici di turnazione sono sequenze fisse di turni di durata variabile, che ripetono ciclicamente l’assegnazione dei turni ad uno o più operatori.

 

L’utilizzo delle matrici di turnazione nella realtà operativa delle organizzazione che lavorano “a turni” è molto diffuso.

A volte vengono identificate con altri termini equivalenti, quali ad esempio “turni fissi”, “rotazioni”; “cicli”; il concetto è sempre quello sopra specificato, ossia una ripetizione di turni assegnati in sequenza.

 

Le matrici sono molto utilizzate nel settore sanitario, dove, ad esempio, i turni degli infermieri e-o del personale assistenziale, spesso sono basati su sequenza cicliche, fra i quali i più diffusi sono il “turno in Quinta”, “turno in Sesta”, oppure vengono utilizzate matrici per la gestione dei turni notturni, e-o delle reperibilità.

Alcuni esempi di Matrici possono essere visualizzati nella scheda matrici.

 

 

G1

G2

G3

G4

G5

OP1

M

P

N

SN

R

OP2

P

N

SN

R

M

OP3

N

SN

R

M

P

OP4

SN

R

M

P

N

OP5

R

M

P

N

SN

M = Mattino 07.00-14.00

P = Pomeriggio 14.00-21.00

N = Notte 21.00-07.00

SN = Smonto Notte

R = Riposo

 

La diffusione dell’utilizzo delle matrici è molto forte anche nelle aziende legate al settore manifatturiero, logistico e delle società di servizi ad essi correlate.

Qui vengono utilizzati spesso cicli di turnazione cosiddetti  “a scalare”, dove l’alternanza fra i diversi turni varia in funzione degli specifici settori-servizi, mentre viene condivisa la logica di fondo, ossia la ripetizione del turno, e soprattutto il rispetto della sequenza dei riposi, fra un periodo e l’altro di turnazione.

 

lunedì

martedì

mercoledì

giovedì

venerdì

sabato

domenica

OP1

 

 

 

 

 

R

R

OP2

 

 

 

 

R

R

 

OP3

 

 

 

R

R

 

 

OP4

 

 

R

R

 

 

 

OP5

 

R

R

 

 

 

 

OP6

R

R

 

 

 

 

 

OP7

R

 

 

 

 

 

R

 

 

Accanto a questi esempio consolidati nella letteratura, il ricorso all’utilizzo delle matrici per l’assegnazione dei turni avviene in tutti quei casi in cui prevalgono elementi di staticità nella assegnazione dei turni.

 

Fra i principali obiettivi che generalmente si cerca di raggiungere con l’utilizzo delle matrici vi sono sicuramente:

 

§  determinazione fissa dei fabbisogni dei singoli turni e relativa copertura

§  rispetto della sequenzialità dei turni

§  equità distribuzione turni

§  rispetto regole ed accordi aziendali, sindacali, contrattuali

 

Lo strumento della matrice turni permette di avere uno schema di riferimento che soddisfa tutte le necessità operativa della struttura che lavora a turni, perché è basato su di un’analisi dei dettagli funzionali degli stessi e delle risorse a disposizione.

Si tratta quindi di un modello che viene utilizzato, come schema per l’assegnazione dei turni.

Come tutti i modelli presenta elementi di semplificazione della realtà, che ne rendono agevole l’uso, ma al tempo stesso contengono rigidità che in taluni casi ne sconsigliano l’applicazione, in quanto la realtà organizzativa sottostante può essere fortemente dinamica, e quindi poco schematizzabile.

 

Le matrici possono essere utilizzate anche in modalità combinata con altri metodi di assegnazione dei turni, manuali o dinamici basati sui fabbisogni.

In questo caso le matrici non contengono per intero la precisa sequenza dei turni da assegnare, ma solo alcune posizioni, lasciando quindi la possibilità di sfruttare le risorse a disposizione per altri metodi di assegnazione turni.

E’ possibile anche utilizzare modelli di associazione multipla degli operatori a matrici, per consentire di associare ad uno operatore, una o più modelli di turnazione.

Questa ipotesi trova applicazione in quei casi in cui lo stesso operatore può avere due cicli di turnazione, magari uno specifico del proprio gruppo principale di appartenenza, ed uno riservato ad un gruppo più esteso.

Ad esempio in alcune strutture, come le RSA, questa ipotesi può ricadere quando lo stesso operatore ha una matrice principale del proprio reparto, ma periodicamente deve prestare servizi in comune con operatori di latri reparti che interessano l’intera struttura della RSA.

Lo stesso avviene anche in alcune realtà delle Polizie Municipale, e dei Consorzi di Polizia Locale.

 

 

 

 

 

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