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Servizi Topics Contatti La Gestione dei Turni per
Matrici Le
matrici di turnazione sono sequenze fisse di turni di durata variabile, che
ripetono ciclicamente l’assegnazione dei turni ad uno o più operatori. L’utilizzo
delle matrici di turnazione nella realtà operativa delle organizzazione che
lavorano “a turni” è molto diffuso. A volte
vengono identificate con altri termini equivalenti, quali ad esempio “turni
fissi”, “rotazioni”; “cicli”; il concetto è sempre quello sopra specificato,
ossia una ripetizione di turni assegnati in sequenza. Le matrici
sono molto utilizzate nel settore sanitario, dove, ad esempio, i turni degli
infermieri e-o del personale assistenziale, spesso sono basati su sequenza
cicliche, fra i quali i più diffusi sono il “turno in Quinta”, “turno in
Sesta”, oppure vengono utilizzate matrici per la gestione dei turni notturni,
e-o delle reperibilità. Alcuni
esempi di Matrici possono essere visualizzati nella scheda matrici.
La
diffusione dell’utilizzo delle matrici è molto forte anche nelle aziende
legate al settore manifatturiero, logistico e delle società di servizi ad
essi correlate. Qui
vengono utilizzati spesso cicli di turnazione cosiddetti “a scalare”, dove l’alternanza fra i diversi
turni varia in funzione degli specifici settori-servizi, mentre viene
condivisa la logica di fondo, ossia la ripetizione del turno, e soprattutto
il rispetto della sequenza dei riposi, fra un periodo e l’altro di
turnazione.
Accanto
a questi esempio consolidati nella letteratura, il ricorso all’utilizzo delle
matrici per l’assegnazione dei turni avviene in tutti quei casi in cui
prevalgono elementi di staticità nella assegnazione dei turni. Fra i
principali obiettivi che generalmente si cerca di raggiungere con l’utilizzo
delle matrici vi sono sicuramente: § determinazione fissa dei fabbisogni dei
singoli turni e relativa copertura § rispetto della sequenzialità dei turni § equità distribuzione turni § rispetto regole ed accordi aziendali,
sindacali, contrattuali Lo strumento della matrice turni permette di avere uno schema di
riferimento che soddisfa tutte le necessità operativa della struttura che
lavora a turni, perché è basato su di un’analisi dei dettagli funzionali
degli stessi e delle risorse a disposizione. Si tratta quindi di un modello che viene utilizzato, come schema
per l’assegnazione dei turni. Come tutti i modelli presenta elementi di semplificazione della
realtà, che ne rendono agevole l’uso, ma al tempo stesso contengono rigidità
che in taluni casi ne sconsigliano l’applicazione, in quanto la realtà
organizzativa sottostante può essere fortemente dinamica, e quindi poco
schematizzabile. Le matrici possono essere utilizzate anche in modalità combinata
con altri metodi di assegnazione dei turni, manuali o dinamici basati sui
fabbisogni. In questo caso le matrici non contengono per intero la precisa
sequenza dei turni da assegnare, ma solo alcune posizioni, lasciando quindi
la possibilità di sfruttare le risorse a disposizione per altri metodi di
assegnazione turni. E’ possibile anche utilizzare modelli di associazione multipla
degli operatori a matrici, per consentire di associare ad uno operatore, una
o più modelli di turnazione. Questa ipotesi trova applicazione in quei casi in cui lo stesso
operatore può avere due cicli di turnazione, magari uno specifico del proprio
gruppo principale di appartenenza, ed uno riservato ad un gruppo più esteso. Ad esempio in alcune strutture, come le RSA, questa ipotesi può
ricadere quando lo stesso operatore ha una matrice principale del proprio
reparto, ma periodicamente deve prestare servizi in comune con operatori di
latri reparti che interessano l’intera struttura della RSA. Lo stesso avviene anche in alcune realtà delle Polizie
Municipale, e dei Consorzi di Polizia Locale. |
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